Angelo Brugnera - 28 aprile 13 maggio 2005 |
MassenzioArte
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Vincitore per la
scultura dell’VIII Premio Internazionale Massenzio Arte Angelo
Brugnera,artista friulano, è scultore autentico che crea forme antropomorfe
fortemente proiettate nello spazio, con il quale, e con le basi da cui paiono
librarsi, stabiliscono particolari equilibri eccentrici che sembrano a
volte voler sfidare le leggi della statica, tanto paiono ai limiti dell’azzardo.
Brugnera nelle sue opere equilibra sapientemente l’innovazione di forme plastiche assolutamente non oggettive, seppure a volte sollecitate da un iniziale stimolo di rappresentazione, con la matura consapevolezza e capacità con cui lavora materiali rigorosamente coerenti alla tradizione della grande scultura, quali il marmo greco, lo statuario di Carrara, la pietra e il rosso di Verona.
I titoli stessi conferiti alle opere – Entità sospesa, Germinazione, Sull’onda – fanno comprendere quale importanza egli attribuisca alla forma destituita del valore ponderale tradizionalmente denotativo della scultura. La materia è resa così in spessori sottili e avvolgenti come di nastri fluttuanti e quasi sospesi nell’aria. Sono sculture, queste, che seppure di proporzioni contenute, si proiettano ed espandono nello spazio occupandolo attraverso forme costruite più sui vuoti che sui pieni. Forme sinuose sviluppate esclusivamente sulle curve che con l’intorno stabiliscono un rapporto musicale; ma forme, anche, elegantemente armoniche e leggere sulle cui superfici, a volte scabre, altre volte più levigate ma mai assolutamente lisce, trascorre morbidamente la luce per restituire della scultura letture ininterrotte prive di pause e di spezzature.
Così avviene anche in Tredicesimo risveglio, ultima opera in ordine di tempo scolpita da Brugnera come omaggio al piccolo figlio Luca. Il suo ritmo avviluppante e ascensionale dipanato a nastro, seguendo una delle metodiche praticate dall’artista come generatrice della forma, è scolpita pensando anche alla pittura: la materia interpretata come lunghe pennellate prive di forti chiaroscuri anche qui affida alla luce la continuità della forma nello spazio.
Roma, 7 aprile 2005 Ivana D’Agostino
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