lezione concerto

Divertimento in musica


Roma Via Palermo, 28

19 maggio  2005

ore 19,30 - 21.00

lezione  concerto

Spensieratezze rinascimentali. I Balletti di Giovanni Giacomo Gastoldi (1597) ed Il festino nella sera del giovedì grasso avanti cena di Adriano Banchieri (1608).

 I brani in programma sono una scelta significativa di una particolare produzione tardo rinascimentale italiana, scolasticamente definita “madrigali drammatici” o “commedia armonica” definizione che risale alla fine del Cinquecento per indicare quelle vere e proprie commedie madrigalesche, in cui cioè la trama si sviluppa attraverso il susseguirsi di madrigali (brani polifonici a più voci, il cui organico varia di brano in brano, in base ai singoli soggetti).

E’ proprio attraverso questo genere di opere che può essere apprezzato pienamente lo spirito caratteristico di quella particolare stagione musicale che volge la sua produzione verso la nascita del melodramma: la “commedia madrigalesca” è certamente l’esperienza che maggiormente si avvicina all’opera, almeno nell’intento di narrare una vicenda attraverso il canto, pur differenziandosene fortemente per il ricorso alla polifonia, osteggiato invece dai primi autori di melodrammi, sostenitori del più rigoroso uso della monodia, ossia il canto a solo.

Numerosi e di diversa provenienza sono gli elementi che compongono queste opere variegate, nelle quali si susseguono con viva efficacia brani ricchi di locuzioni dialettali (con particolare prevalenza delle parlate dell’Italia centro settentrionale, dove questo genere trova la sua maggiore affermazione) e parlate che si contrappongono con spirito pungente ai petrarchismi raffinati della coeva produzione colta.

 I Balletti  di G.G. Gastoldi (1555-1622) precedono di pochi anni la produzione dei madrigali drammatici (da collocarsi nel decennio successivo), ma sono da considerarsi come il più immediato precedente; si tratta di una raccolta di brevi canzonette a tre voci in stile di danza, da cui il nome di Balletti, composte con una polifonia omoritmica ma vivacizzata qua e là da inaspettate fioriture vocalizzate; nell’intreccio delle parti i piccoli incisi musicali vengono proposti più volte dalle singole voci, giocando sui diversi effetti timbrici. La semplicità della loro struttura e la ritmica danzata, che si rifanno alle canzonette e le villanelle di carattere popolare, offrono al compositore un potenziale mimico e rappresentativo non diverso da quello delle commedie madrigalesche di Vecchi e di Banchieri, di cui, in effetti, Gastoldi è considerato il più importante precursore: ciascun balletto è presentato da un titolo che incarna un “tipo umano” o un diverso “humore” per dirla con le parole delle Veglie di Siena di Orazio Vecchi.

Il curioso, il fortunato, l’umorista, il tedesco, il ballerino e, ovviamente, l’innamorato in tutte le sue forme, l’invaghito, il costante, il tormentato, il risentito, il passionao, il prigioniero... Il risultato è dunque una polifonia lieta e spensierata, che sa intrattenere piacevolmente il pubblico di oggi come quello di allora: creati a Mantova come un vero e proprio genere artistico musicale e pubblicati a Venezia nel 1594, i Balletti si diffusero rapidamente nei Paesi Bassi, in Inghilterra, in Germania, ed ebbero una straordinaria fortuna non uguagliata da nessun’altra raccolta del tempo.

E’ in particolare Adriano Banchieri (1568-1634), vivace monaco bolognese, che arricchisce il genere del madrigale drammatico, attraverso opere dai titoli stravaganti e surreali, nei quali è evidente l’intento parodistico che ne caratterizza la produzione; una comicità sottile ed uno spirito pungente sono la vera essenza di una comicità spontanea ed efficacissima, che svanirà lievemente, a causa del successo del neonato melodramma.

Del 1608 è dunque il Festino (lo stesso anno in cui Monteverdi metteva in scena, a Venezia, la seria Arianna): si tratta, come annunciato dal titolo, di una vivace festa di carnevale, durante la quale i cantori, con scherzi e lazzi, coinvolgono il pubblico in un vivacissimo susseguirsi di scene, nelle quali compaiono ora personaggi ridicoli, come i danzanti vecchietti chiozzotti o la vanitosa zitella cantatrice, ora improbabili venditori di solfanelli e di fusi che si aggirano nel cuore della notte, o ancora giovani innamorati lesti e garbati; ad interrompere questa carrellata di personaggi si inseriscono poi il pungente racconto della zia Bernardina o il gioco del Conte, ma solo per chi starà in cervello, il tutto condito da danze sfrenate e onomatopee di ogni sorta, che trasformano le voci umane ora in strumenti musicali (la lira, il biobò cio e il caca pensieri) ora in versi di animali, come nel celeberrimo ed irresistibile contraponto bestiale alla mente dove le voci sono un cane, un gatto, un cucco, un chiù che per spasso fan contraponto a mente sopra un Basso. Di tanto in tanto compare poi qualcuno di quei madrigali per certi aspetti più convenzionali, che trattano i temi tipici della produzione seria (i sospiri ardenti  dell’amore, lo sdegno, il piacere, le belle chiome in mille nodi avvolte…), rivelando una bellezza ed una dolcezza d’espressione quasi inaspettata in mezzo a tanto brio comico, e confermando l’elevatissimo livello di Banchieri, non solo come autore comico, ma anche come esperto madrigalista.

Gli Festinanti Ensemble è un piccolo complesso vocale e strumentale di recente formazione, formato da giovani ed appassionati musicisti con l’obiettivo di diffondere e divulgare la musica vocale e strumentale, dalle forme più antiche della polifonia medievale alla musica da camera dell’800 e del 900; in vista di questo obiettivo, la scelta dei repertori via via proposti si concentra sempre su brani che possano suscitare l’interesse e la partecipazione anche di un pubblico non esperto. Con il medesimo obiettivo Gli Festinanti Ensemble propone, oltre alla sua attività concertistica, lezioni-concerto, seminari e laboratori di musica a scuole di diverso ordine e grado ed in centri culturali di vario genere.

Affrontando musiche di diverso ambito cronologico, l’attenzione dell’ensemble si concentra naturalmente sulle diverse pratiche esecutive e sullo stile dell’epoca in cui i brani sono stati composti: nell’eseguire brani polifonici di ambito tardo rinascimentale, si è preferito un taglio non totalmente filologico, scegliendo un tipo di vocalità più facilmente godibile, ma sempre attenta a rispettare lo stile delle musiche eseguite.

Nel corso del 2004 Gli Festinanti Ensemble è stato invitato dalla Fondazione RUI a partecipare all’inaugurazione dell’anno accademico 2003-2004, presentando il Festino nella sera del Giovedì Grasso avanti cena di Adriano Banchieri (1608) presso la sede del Collegio Celimontano; ha partecipato alla seconda edizione della manifestazione La notte bianca, svoltasi a Roma il 18 settembre 2004, tenendo il concerto A lieta vita!, con musiche rinascimentali, strumentali e vocali, presso l’ISA (Istituto Superiore Antincendi), e nel novembre 2004 ha tenuto il concerto Antichità in musica presso Palazzo Cesi, eseguendo brani medievali, strumentali e vocali.

Nel febbraio 2005, Gli Festinanti Ensemble è stato invitato dalla Facoltà di Psicologia dell’Università La Sapienza di Roma, a tenere il concerto Feste, allegrezze e contentezze presso il Museo di Roma, nella sede di Palazzo Braschi.

Per l’associazione Historia (Associazione per la Conservazione e la Divulgazione dei Beni Culturali), Gli Festinanti Ensemble ha inciso la colonna sonora del documentario Viterbo. Le sette Porte pubblicato nella serie Tesori. Storia e Leggende d’Italia; nel marzo 2005 Gli Festinanti Ensemble  è intervenuto alla manifestazione “A.D. 1095: Viterbo, le Sette Porte”, svoltasi presso il Teatro dell’Unione della città di Viterbo, presentando brani medievali e rinascimentali.

 

 

E' obbligatora la prenotazione

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